martedì 19 febbraio 2013

YO OPINO QUE...N°1 - SBORNIA DI CONSUMISMO

Domenica pomeriggio, dopo una bella mangiata a base di Chicharrón nella bellissima e enorme casa, nell'elegante distretto di San Borja, degli zii della mia ragazza, con le due cugine di Winet e famiglia decidiamo di uscire a fare due passi.
Cristina ha 32 anni, avvocato, single, un po in carne, carattere deciso e voglia di godersi il benessere economico che gli deriva dalla sua professione ma soprattutto dal benestare della familia; Cristina impersonifica il giovane limeño della classe media...ovvero colui che a differenza dei suoi genitori non ha versato il sudore della fronte per raggiungere un buon livello sociale ma che approfitta di questa situazione favorevole sia per diventare qualcuno professionalmente sia per godersi i frutti di questo benessere: la sua vita sembra un'agenda in cui non c'è neanche uno spazio libero, spazio occupato in gran parte dal lavoro e dallo studio perenne ma anche dallo shopping sfrenato e dalle intense e mirabolanti, almeno secondo i suoi racconti, riunioni con amici tra cene, alcol e discoteche.
Il portafoglio di Cristina è pieno di qualsiasi tipo di tessera, svariate carte di credito, tessere di raccolta punti di ogni tipo: supermercati, meganegozi di abbigliamento, ristoranti, fast food...sembra un vero e proprio kit del buon consumista.
Ma cristina e quelli come lei,non sono assolutamente gli unici, a Lima e in altre città del Perù, a darsi a questa sbornia di consumismo...anche la gente della classe medio-bassa comincia ad avere un potere d'acquisto non indifferente.
La cattedrale dove si consuma il rito dello spendere senza timore qui a Lima è il super-mega-iper centro commerciale; tutta Lima è disseminata di queste enormi costruzioni all'ultimo grido per quanto riguarda lusso, servizi e tecnologia in cui la classe media limeña da sfogo a questa voglia di consumo derivante da anni di sottosviluppo e di economia debole.
Il Perù rimane ancora oggi un paese in via di sviluppo con grandi e gravi sacche di povertà, ma è un paese lanciato verso il benessere economico e pian piano, forse troppo piano se pensiamo a chi vive ancora nella miseria, offre la possibilità alla sua popolazione di raggiungere standard di vità molto buoni.
L'economia peruviana è di stampo decisamente neoliberista, qui l'iniziativa privata è vista come un dogma e, dal grande imprenditore al piccolo commerciante, tutti sfruttano al massimo le possibilità che questo sistema offre.
Personalmente credo che una società che si basa sul neoliberismo economico sia una società molto poco giusta e egualitaria, soprattutto quando si parla di settori come sanità e istruzione, ma devo ammettere che quando le condizioni sono favorevoli non esiste altro sistema che permetta una crescita simile a quella che un paese come il Perù sta vivendo, un paese che cresce tra il 6% e l'8% annuo e che è letteralmente il capofila del continente sudamericano.
I problemi verrano quando le condizioni di questo sviluppo record cambieranno, quando si raggiungerà il picco e si comincerà ad intravedere la discesa; io credo che questo picco sia ancora parecchio lontano, la salita è appena cominciata, le risorse sono tante e ancora praticamente neanche intaccate, parte della popolazione già ha la pancia piena ma la maggiorparte ha ancora fame di sviluppo e voglia di realizzarsi, cosicchè c'è ancora tempo per rivedere i cardini del sistema magari andando verso un capitalismo dal volto più umano. 

Nessun commento:

Posta un commento