lunedì 18 marzo 2013

YO OPINO QUE...N°2 - LA PAZZA DEMOCRAZIA LIMEÑA



Era il 2010 quando Lima eleggeva il primo Alcalde donna della sua storia, Susana Villarán, una novità assoluta per la capitale peruviana senza contare che oltre a essere donna si collocava politicamente a sinistra o centro-sinistra con un programma in gran parte centrato sullo sviluppo sociale, altra grande novità per la metropoli che sempre o quasi ha scelto governanti di destra.
Susana ottenne una vittoria sofferta contro un'altra donna, Lourdes Flores, candidata della destra e delle classi più agiate di Lima, strafavorita nei sondaggi fino all'ultimo e che per un pugno di voti ha visto il trionfo dissolversi.
Sono stati anni duri questi per Susana, il suo lavoro è stato quotidianamente contrastato da media e avversari politici perchè scomoda e proveniente dalla società civile e non dalla storica classe dirigente di Lima, perchè di sinistra, una cosa che Lima ha sempre mal sopportato, perchè donna in un paese dove il machismo è ancora molto forte nelle istituzioni e nella testa della gente; è stato in questi quasi tre anni un martellamento continuo tanto da far esclamare recentemente all'ex Presidente della Repubblica Alejandro Toledo "Per l'amor di Dio lasciate lavorare questa donna!".
Nei mesi scorsi gli acerrimi avversari di Susana con a capofila l'ex sindaco Lucio Castañeda e l'ex Presidente della Repubblica Alan Garcia, hanno raccolto le firme necessarie per indire un referendum popolare per sfiduciare e costringere alle dimissioni Susana Villarán, come la chiamano qui "la Revocatoria", con metodi anche parecchio discutibili (ho sentito spesso di firme in cambio di generi alimentari o favori di qualche tipo).
Negli ultimi mesi la campagna elettorale è stata molto dura, gli avversari politici di Susana hanno picchiato duro senza esclusioni di colpi e il copione sembrava già scritto anche perchè nonostante le iniziali buone intenzioni Susana non è che abbia governato in maniera esemplare, la sua gestione è stata segnata da  fallimenti, gaffe, tentativi di cambiamento arenatisi a causa di forti opposizioni corporative e soprattutto forti critiche sulla gestione delle grandi opere della capitale, ma ha avuto anche lati positivi, uno su tutti il fiorente clima culturale sotto la sua amministrazione.
Insomma possiamo dire che il malcontento di buona parte della cittadinanza è palpabile e la revocatoria non è che fosse cosi ingiustificata. 
A pochi giorni dalla revocatoria i sondaggi davano nettamente in vantaggio il SI che avrebbe sfiduciato Susana, ma ho avuto la senzazione che proprio negli ultimi giorni i limeñi abbiano più attentamente riflettuto sul vero significato di questa Revocatoria, su quello che avrebbe comportato una sfiducia e su i veri obiettivi di chi questa Revocatoria l'ha promossa.
La campagna del SI è stata una campagna totalmente distruttiva centrata interamente sulle accuse all'Alcaldesa, sul sottolineare quitidianamente i suoi errori, sul descrivere Susana come incapace e incompetente, ma mancava totalmente di proposte e alla fine questa tattica ha mostrato ai cittadini che dietro al velo della Revocatoria si celavavo le ambizioni di un gruppo di potere che voleva a tutti i costi tornare alla guida della città e voleva farlo con ogni metodo possibile e più rapidamente possibile.
Mentre al contrario Susana ha giocato la carta dell'umiltà, si potrebbe dire che si è cosparsa il capo di ceneri e ha ammesso gli errori della sua gestione pur cercando di non addossarsi tutte le colpe, ha ammesso che effettivamente la prima parte del suo mandato ha tradito le aspettative della maggioranza di coloro che l'hanno votata e ha promesso un cambio di marcia per i mesi rimanenti.
Ieri i risultati delle urne gli hanno dato ragione, il NO ha vinto con quasi il 53% dei voti, una vittoria si ma non un trionfo; in fondo l'epilogo migliore che questa vicenda potesse avere, i limeñi hanno dato una seconda possibilità alla loro Alcaldesa ma nello stesso tempo le hanno fatto presente che non sono per niente soddisfatti della sua gestione, metaforicamente questo voto è una secchiata di acqua gelida su una Alcadesa che secondo i più deve svegliarsi e dare un senso a questi anni di governo. Vedremo nei prossimi mesi...
La nota positiva di questa Revocatoria credo sia stata la maturità con cui i limeñi hanno saputo riflettere e decidere senza lasciarsi influenzare troppo dalla campagna mediatica ma ragionando su cosa fosse veramente conveniente per la città, probabilmente si dovesse ripresentare alle prossime elezioni Susana non prenderebbe nemmeno la metà dei voti presi nel 2010 ma la sua sfiducia avrebbe portato Lima nel caos più totale e i limeñi sono stati abbastanza maturi per capirlo e votare di conseguenza.
Poi penso a cosa succederebbe in Italia se si potessero revocare le nostre cariche istituzionali dal sidaco del piccolo paesino ai livelli più alti...una Revocatoria permanente!!! Sarebbe un bene o un male? C'è da rifletterci ma questa è un'altra storia...

 

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